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Rossella Giuliano
Rossella Giuliano
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IL SISTEMA ATTUALE E I PRECEDENTI - 1 Empty IL SISTEMA ATTUALE E I PRECEDENTI - 1

Mar Mag 24, 2022 10:31 pm
Il proporzionale in Italia nel 1919
Il sistema proporzionale è all'apparenza il modello più intuitivo di legge elettorale e come detto punta alla rappresentanza. Per questo in molte proposte fa la sua apparizione anche una quota di seggi per garantire il diritto di tribuna alle minoranze nonostante lo sbarramento. In Italia il modello proporzionale è stato adottato per la prima volta nel 1919, quando furono abolite anche le restrizioni legate al censo e al grado di istruzione degli elettori. Votavano però ancora solo gli uomini.

Prima Repubblica e proporzionale
Dopo la caduta del fascismo, si tornò al sistema proporzionale per l'elezione dell'Assemblea costituente che, con l'ordine del giorno Perassi scelse la forma di governo parlamentare e confermò il sistema elettorale proporzionale. Rimasto in vigore, con diverse modifiche, fino al 1994. L'Italia era divisa in 32 circoscrizioni che servivano per assegnare i seggi in prima battuta in base ai voti raccolti. Quelli non assegnati confluivano in un collegio unico nazionale dove si ripartivano in maniera proporzionale fra i partiti i posti rimanenti. Il sistema non aveva una soglia di sbarramento, ma di fatto esisteva: un partito poteva anche raccogliere una percentuale significativa di voti a livello nazionale, ma per poter partecipare alla ripartizione bisognava conquistare almeno un seggio a livello circoscrizionale. Altrimenti rimaneva escluso e non entrava in Parlamento.

La legge truffa
In Italia il primo tentativo di passare dal proporzionale ad un sistema misto arrivò nel 1953, quando fu presentata una proposta di modifica che prevedeva un premio di maggioranza alla coalizione che avesse superato la soglia del 50 dei voti, portando il totale dei seggi a 380. Alle elezioni politica del 1953 la cosiddetta "legge truffa" non scattò per un pugno di voti e fu successivamente abrogata.

Il referendum boccia il sistema elettorale del Senato
Il secondo grande colpo al sistema proporzionale arrivò con il referendum del 1993 che cancellò parte del sistema elettorale del Senato. Fu interpretato dalla politica come volontà di passare al sistema maggioritario. Altro fattore a spingere verso sistemi maggioritari fu il buon esito della riforma della legge elettorale del 1993 per l'elezione dei sindaci con l'adozione di un sistema maggioritario a doppio turno. A completare il quadro in senso maggioritario, nel 1995 arrivò anche la riforma, il Tatarellum, che prevedeva l'elezione diretta dei presidenti delle Regioni.

Mattarellum
Il risultato del referendum del 1993 fu trasformato in una legge elettorale, il Mattarellum, che porta il nome dell'attuale presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Termine coniato dal costituzionalista Giovanni Sartori. Il sistema prevedeva di assegnare il 75 per cento dei seggi della Camera in collegi uninominali a turno unico. Il restante 25 per cento veniva assegnato in maniera proporzionale fra i partiti che superavano al la soglia di sbarramento del 4 per cento, utilizzando delle liste bloccate. Dunque, non erano previsti voti di preferenza.

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